Zona di produzione
Soave classico. Da vigneti di origine basaltica con terreni compatti, posti sulle colline di Soave e Monteforte d’Alpone.
Varietà delle uve
Garganega (100%), con appassimento delle uve per un periodo di circa 90 giorni.
Resa
Circa 90 quintali di uva per ettaro.
Ogni 100 chili di uva si producono circa 38-40 litri di vino.
Vinificazione
Pigiatura e pressatura soffice delle uve.
Temperatura di fermentazione (in acciaio inox): 14-16°C.
Maturazione
12 mesi in barrique da 225 litri di rovere francese.
Affinamento
Almeno 6 mesi in bottiglia.
Dati analitici
Alcool 13% Vol. svolto più 130 grammi di parte zuccherina.
Acidità totale 5,5-6 g/l.
Estratto secco netto 29-31 g/l.
Descrizione organolettica
Dalla scintillante veste oro zecchino, con riflessi caldi, intensi e quasi ambrati, offre un bouquet di delicato portamento, elegante e armonico, dai ricordi di uva sultanina, albicocche essiccate, tabacco da pipa, bacche di vaniglia; esce un lieve tocco di muffa nobile e sentori di frutta sciroppata. La beva è polposa, dotata di vibrante acidità tesa a bilanciare il residuo zuccherino, nel quadro di un perfetto equilibrio gustativo; dotato di una leggerissima presenza tannica, ha gradevoli richiami di liquirizia; chiude sapido, lungo.
Temperatura di servizio
10-12° C.
Abbinamenti gastronomici
Da giovane è perfetto con i dessert a base di frutta bianca come le crostate o con preparazioni più articolate come le pere con lo zabaione. Se più maturo, si fa vino più adatto ad abbinamenti di contrasto: scaloppe di fegato grasso (fois gras), Gorgonzola Naturale stagionato, tortelli di zucca mantovani.
Longevità
Se correttamente conservato evolve e migliora per molti anni.
Curiosità
Le origini del Recioto di Soave risalgono al periodo romano, attestata la presenza di un vino dolce e bianco denominato Vinum Suave, nobile, pretiosum. Le prime documentazioni scritte risalgono al X secolo, con referti notarili di terre con vigneti in Soave 1276. Nel 1968 arriva la DOC, nel 1998 la DOCG. Negli anni Sessanta, per favorire l’appassimento, si presero a impiegare correnti di aria capaci di disidratare rapidamente le uve. Oggi il disciplinare vieta ogni pratica di forzatura, imponendo un appassimento naturale, con l’unica concessione all’uso di deumidificatori posti all’esterno del fruttaio e a ventilatori interni per far circolare l’aria.