Eccezionale qualità, fermentazioni perfette: questa in sintesi l’annata 2015 per il Lugana DOC, le cui uve provengono da vigneti con terreni argillosi prevalentemente di natura calcarea post-glaciale, situati nei comuni di Peschiera del Garda e Desenzano. L’andamento vendemmiale di quest’annata è risultato molto positivo. Le condizioni metereologiche favorevoli ci hanno permesso di avere uve in perfetto stato di maturazione e con un eccellente profilo sanitario; ciò ha consentito di programmare al meglio le operazioni di raccolta e vinificazione, prestando attenzione unicamente all’aspetto qualitativo.
I risultati produttivi sono già da ora decisamente positivi: la vendemmia 2015 ci sta donando Lugana di colore paglierino di relativa intensità e riflessi verdolino-brillanti, eleganti e raffinati al naso, che rimandano a un incredibile pot-pourri floreale, di struttura corposa e con un’acidità vivace, che permetterà una buona evoluzione nel tempo.
Il Lugana, se degustato in gioventù, si sposa a piatti di pesce sia di lago sia di mare: frittura di alici, branzino e gamberetti bolliti, mentre i Lugana più maturi accompagnano prodotti ittici più grassi e preparazioni più complesse: anguilla alla brace, tinca al forno, impepata di cozze, astici alla griglia. Se decisamente evoluto riesce a sfidare con successo anche le carni bianche quali il coniglio al forno.
Il Lugana di Santa Sofia, se conservato orizzontalmente in luogo fresco e buio, riesce ad evolvere con virtù sino a 10 anni e più!
Scriveva Luigi Veronelli: “Bevi il tuo Lugana giovane, giovanissimo e godrai della sua freschezza. Bevilo di due o tre anni e ne godrai la completezza. Bevilo decenne, sarai stupefatto dalla composta autorevolezza”. E difatti il Lugana – che prende il nome dall’antico toponimo della zona, cioè Lucana, termine che potrebbe derivare dal latino lucus, bosco – è così: semplice nella sua versione base, strutturato e complesso via via che passano gli anni.
Piccola nota storica: il vino Lugana era conosciuto già all’epoca della Roma antica, tanto che il poeta Catullo ne cantava le lodi, bevendone in abbondanza durante i suoi soggiorni nella villa paterna a Sirmione. Il conferimento della DOC risale al 1967: è stato la prima DOC in Lombardia e tra le prime in Italia.
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